
La Storia di Gorizia
"Gorizia è la più bella porta aperta sull'Italia"
Max Klinger, pittore tedesco 1857-1920
Nell’area dove attualmente si trova la città di Gorizia sorgevano, fin dal I secolo a.C., due centri abitati romani di modesta entità, Castrum Silicanum e Pons Aesontii. Dal primo trasse origine il villaggio di Salcano, oggi in territorio sloveno, mentre il secondo era situato sulla via Gemina, nel punto dove attraversava il fiume Isonzo.
La città, che oggi conta circa 36mila abitanti, sorge in una conca a piedi delle Prealpi Giulie, aperta ad ovest dove si congiunge con la pianura friulana: le fanno cornice le aspre alture del Carso a est e i dolci declivi del Collio a Ovest.
Centrale rispetto al contesto geopolitico mitteleuropeo, a Gorizia hanno convissuto per secoli pacificamente la cultura italiana, quella germanica e quella slava, con l’innesto prezioso di una comunità ebraica vivace e dinamica, purtroppo scomparsa quasi interamente per mano nazista.
La grande contea di Gorizia
Gorizia viene citata ufficialmente per la prima volta nel 1001, in un documento in cui l’Imperatore Ottone III dona il castello di Salcano (Siliganum) e la “villa che nella lingua degli Slavi viene chiamata Gorica” al Patriarca di Aquileia e al conte del Friuli Guariento, della casata degli Eppenstein.
Il periodo asburgico di Gorizia
Sulla cospicua e strategica eredità di Leonardo si apre un contenzioso di portata europea tra Venezia e gli Asburgo. L’Imperatore Massimiliano, in base ad antichi trattati, si impossessa immediatamente di Gorizia e dei suoi territori.
Un secolo tragico
Nel Novecento il travaglio spirituale che precede e segue il primo conflitto mondiale, al termine del quale Gorizia, esaudisce l’ormai secolare aspirazione a diventare italiana a tutti gli effetti, assume connotati particolari soprattutto nel campo dell’arte figurativa.
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