Un itinerario che offre una panoramica su sei tra i numerosi luoghi che marcano l’appeal della città di Gorizia
Una storia millenaria si riflette nella città di Gorizia. L’incontro e la coesistenza dei mondi latino, germanico e slavo, nei secoli, hanno generato ricchezza culturale e linguistica con l’uso di italiano, sloveno, friulano e tedesco. La tradizione culinaria goriziana rispecchia in modo naturale e creativo questa vocazione. Protetta dal suo Castello e attraversata dal fiume Isonzo, Gorizia è una sintesi incantevole di storia europea.
Tra una collezione di armi antiche e una raccolta di strumenti musicali d’epoca, negli ambienti da cui si aprono scorci meravigliosi si ricostruisce la vita alla corte dei Conti di Gorizia. Nel Castello, ogni sette anni, rivive la leggenda della Dama bianca, lo spirito della crudele contessa Caterina che si affaccia sui torrioni scortata da sette alani feroci.
Nella città al centro delle dodici battaglie dell’Isonzo, il Museo della Grande Guerra, allestito negli ambienti delle Case Dornberg e Tasso in Borgo Castello, è un osservatorio privilegiato sulla drammatica quotidianità in guerra vissuta da un’umanità che aspirava alla pace.
Con un piede in Italia e uno in Slovenia, per scattare una fotografia sul luogo che oggi è simbolo di cooperazione, ma che fu emblema di divisione tra due mondi. La piazza è dominata dalla stazione costruita sulla Transalpina, linea ferroviaria inaugurata nel 1906, percorso di rilevanza turistica e storica.
Dimora storica nel verde di un parco secolare, palazzo Coronini Cronberg fu dei nobili goriziani che accolsero in esilio Carlo X di Borbone, oggi sepolto oltre confine nel monastero della Castagnevizza con parte del suo entourage, tra cui la prima figlia di Maria Antonietta di Francia.
Spicca candido e maestoso nel paesaggio di ordinati vigneti da cui nascono grandi vini bianchi, tra i migliori al mondo: l’Ossario di Oslavia raccoglie le spoglie di 20.000 Caduti noti e oltre 37.000 ignoti, periti nelle battaglie combattute intorno a Gorizia.
Datata 1756, la sinagoga askenazita più antica della regione è posta al centro del ghetto vicino alla casa natale del grande glottologo Graziadia Isaia Ascoli. Il cimitero ebraico di Valdirose, oggi in territorio sloveno, accoglie molte delle figure di spicco della comunità ebraica, tra cui Carlo Michelstaedter.